venerdì 27 novembre 2009
sabato 11 luglio 2009
LA PARANZA DI RAFFAELE INSERRA

Giovedì 16 luglio - Piazza Paolo Capasso ore 21
VOCI E SUONI DEI MONTI LATTARI
Nell'area dei monti Lattari, situata a sud di Napoli, è ancora vivo un ricco patrimonio popolare e sostanzialmente privo di contaminazioni. In quest'area, morfologicamente costituita da colline e montagne scoscese, sorgono tanti piccoli centri abitati legati ancora ad un'agricoltura manuale e ad una socialità molto stretta attorno al singolo tenendo così in vita ancora una trasmissione orale di saperi ed esperienze.
In musica tutto questo si traduce in numerosi canti a distesa legati per lo più al lavoro nei campi e in una "tammurriata", o meglio canto e ballo sul tamburo, molto "ricca" e potente. Il tamburo è (insieme ad altri stumenti idiofoni quali scacciapensieri, putipù, tricchebballacche, castagnette) l'unico strumento che accompagna la voce nelle occasioni di musica, insieme formano un duo inseparabile capace di coprire una gamma di suoni vastissima e capaci di suscitare negli astanti emozioni indescrivibili.
Dato che l'intera occasione di festa è affidata musicalmente al tamburo e alla voce, i due nel corso dei secoli si sono sempre più perfezionati e arricchiti arrivando a delle espressioni di altissimo livello interpretativo.
Il versante nord dei monti Lattari è caratterizzato da una tammurriata molto ritmata, ricca di terzine e ritardi, quasi ad imitare l'ansimare in salita della gente di questi luoghi. Spostandosi sul versante sud, in costiera amalfitana,il ritmo diventa staccato e ripetitivo evocando atmosfere di antiche guerre che per secoli hanno segnato la vita di questi luoghi. Scendendo verso la piana di S. Antonio Abate il ritmo diventa, invece, più largo e posato.
Un maestro di questo antico strumento,o' tammurr, è Raffaele Inserra,(che ne è anche uno straordinario costruttore). Raffaele si è formato in più di trent'anni di esperienze con i più grandi maestri della tradizione campana. Ricorda sempre nei suoi discorsi Antonio Torre considerato la leggenda della tammorra da R. De Simone e da cui ha appreso il battito viscerale e incessante. Per più di dieci anni ha partecipato a festival di musica popolare di tutta Italia insieme a tre "anziani" cantori, Zi Giannino, Zi Tore e Zi Michele. Collabora oggi con Mario Salvi ed altri artisti del panorama musicale italiano.
A' voce stesa, così vengono chiamati dagli anziani i canti eseguiti con la sola voce, senza strumenti. Il canto, tra questi monti, ha assunto il ruolo principale in tutto il patrimonio musicale tradizionale, tutto ruota attorno ad esso. Accompagna tutti i vari lavori che vengono eseguiti nei campi ed in montagna durante tutto l'anno. Per ogni lavoro esiste una melodia specifica, sviluppatasi sui movimenti e sui tempi (intesi come respiro) di quella determinata mansione. Si và dal canto sulla zappa, al canto per la raccolta delle olive, etc...
Un interprete di queste armonie vocali è Catello Gargiulo, classe '84, giovane collaboratore di Raffaele nella costruzione dei tamburi. Da sempre legato alla tradizione della sua terra, apprendere i vari tipi di canto direttamente dagli anziani cercando di conservarne intatte tutte quelle sfumature, quei merismi che rendono questi canti melodie "fuori dal tempo".
LA DANZA
E' un ballo che nasce in un contesto contadino,veniva praticato da chi si dedicava al faticoso lavoro della terra e soprattutto veniva vissuto da questi come un irrinunciabile momento di ristoro;paradossalmente ci si riposava attraverso la pratica della danza che in questo contesto appunto non aveva soltanto una funzione estetica e coreografica ma anche e soprattutto terapeutica, in quanto contribuiva alla riconquista delle energie fisiche e posturali, smarrite durante la giornata; sociale in quanto rappresentava un momento di aggregazione,di condivisione delle proprie stanchezze e al contempo delle proprie gioie.
Il ballo sul tamburo dava e dà la possibilità di esprimere attraverso movimenti corporei, fisici, le proprie emozioni e vibrazioni interiori.
Nello specifico, il ballo dei monti lattari, segue esclusivamente il continuo ritmo del tamburo ed è questo che contribuisce a rendere particolari e unici i movimenti di questa danza che, all'incalzare del battere del tamburo, diventa sempre più schematica, tanto da indurre la trascendenza dell'elemento razionale, in altre parole una reale metamorfosi interiore.
Hiram Salsano,studentessa di euritmia alla libera Università di Dornach, ricercatrice appassionata delle tradizioni popolari del sud italia in particolar modo di quelle campane,si dedica da anni alla paziente osservazione ed analisi di coloro che sono i portatori delle antiche tradizioni popolari, sviluppando cosi una conoscenza minuziosa del patrimonio artistico culturale contadino.
venerdì 10 luglio 2009
CONTRABBANDA di Luciano Russo

LA CONTRABBANDA È UN ENSEMBLE DI FIATI E PERCUSSIONI DI CIRCA VENTICINQUE ELEMENTI NATO DALLA VULCANICA MENTE DEL CLARINETTISTA NAPOLETANO LUCIANO RUSSO - GIÀ MUSICISTA PER IL TEATRO S. CARLO DI NAPOLI, ROBERTO DE SIMONE E L’ ORCHESTRA SINFONICA DELLA RAI. Tutto ha inizio nel Febbraio 2000. Luciano Russo è seduto a un tavolino del solito bar di piazza Bellini, nel centro di Napoli, a un passo dall’antico Conservatorio di San Pietro a Majella; dopo una giornata particolarmente stressante il musicista si addormenta e sogna di quando era bambino, quando a sette anni inizia la sua carriera di clarinettista nelle bande, sotto la guida attenta dello zio che suona il bombardino… Eureka! E perché non mettere in piedi una banda napoletana?! Ma non una di quelle con i musicisti in divisa… piuttosto una banda metropolitana… Così Luciano comincia a reclutare giovani di belle speranze - alcuni dei quali alle primissime armi in campo musicale, altri senza neanche lo strumento - e dispensa lezioni gratuite, saggi consigli e coloriti commenti in caso di perseverante mancanza d’intonazione. Il Fato - vestendo le spoglie del noto campione di pallanuoto Franco Porzio - offre alla ormai numerosa Contrabbanda uno spazio per le prove invernali nella piscina comunale Acquachiara, mentre con l’arrivo della primavera la banda si trasferisce nella cassa armonica della Villa Comunale di Napoli, che risuona dopo anni di quasi totale silenzio. Tra una prova e l’altra è passato quasi un decennio… e sono successe un po’ di cose: due lavori discografici, concerti e scorribande in giro per l’Italia, partecipazioni a spettacoli teatrali, collaborazioni con diversi artisti italiani – in primis Daniele Sepe, anche autore di alcuni arrangiamenti – passaggi radiofonici e televisivi, viaggi, migrazioni, matrimoni, figli… Le quattro sezioni di fiati - clarinetti, sassofoni, trombe, bassi - e la ritmica della Contrabbanda sono composte da un paio di dozzine di musicisti diretti da Luciano Russo; il repertorio attinge alle più diverse tradizioni musicali e lo spettacolo proposto va ben oltre i confini della tradizionale esibizione bandistica italiana. La Contrabbanda si muove con disinvoltura tra un genere e l’altro, suonando la musica di Raffaele Viviani e facendovi ballare al ritmo della dance anni ’70, passando da un’ouverture di Rossini ai più famosi reggae di Bob Marley, e da Kurt Weill al funk di James Brown e di Prince. E non finisce qui!…per chi non ha ascoltato il disco né li ha mai visti suonare dal vivo… ce ne sono di sorprese!
giovedì 9 luglio 2009
MEGARIDEA nel Borgo del Pane il 17 e 18 Luglio '09
Megaridea nasce come progetto storico-musicale prestando particolare attenzione ai periodi che hanno significativamente segnato la storia di Napoli e più in generale del Sud d'Italia. "La dove il mare del Chiatamone è più tempestoso, spumando contro le nere rocce, inattaccabili fondamenta del Castel dell'Ovo e dove lo sguardo malinconico del pensatore rivela un fantastico paesaggio, già si sdraiava sul mare nel tempo dei tempi 500 anni prima della nascita del Cristo Redentore, un'isola larga e fiorita chiamata Megaride, che nell'idioma greco significa grande"
martedì 7 luglio 2009
O' Lione e a Paranza di Scafati

Venerdi 17 luglio 2009 - nel Borgo del Pane
"A Paranza r' o Lione" è un gruppo di ricerca e di recupero delle tradizioni musicali popolari e contadine del Centro e del Sud Italia con fattispecie quelle campane. La sua lente di ingrandimento è posta principalmente sul "Suono, Canto e Ballo n' copp' o tamburo"ovvero tammurriata. Essa è un'espressione coreutico- musicale che ha come suo paradigma un antico e ciclico calendario contadino che si intreccia ad un percorso sacrale di feste e ritualità mariane : Madonna dell'Arco, Madonna delle Galline, Madonna dei Bagni ecc.
Il gruppo, oltre ad essere sempre presente alle succitate feste, propone spettacoli che narrano di devozione e di antiche feste contadine che proprio si esprimono attraverso la magica trilogia del suono, del canto e del ballo del tamburo
EUGENIO BENNATO - Dalla Taranta power al Grande Sud

domenica 19 luglio 2009 – piazza Paolo Capasso
E’ l’artista che dai secondi anni ’90 ha riscoperto e rispolverato le tradizioni folk e popolari radicate nel meridione d’Italia, mischiandole con i suoni e le voci del mediterraneo, passando dalla chitarra battente ai virtuosismi vocali dell’Africa subsahariana. Infatti nel 1998 Eugenio Bennato fonda il movimento “Taranta Power” che, sulla scia di uno straordinario e rinnovato interesse del grosso pubblico giovanile per il ritmo della Taranta rituale, propone nuove strade per la promozione della stessa che sfruttino diverse forme di creatività artistica (musica, cinema, teatro). “Taranta Power”(1999) diviene anche un lavoro discografico: la sintesi musicale di un movimento che segna una frattura con il passato modo d’intendere la musica popolare in Italia. Travolgente risulta il ritorno di Eugenio Bennato a Sanremo dopo 17 anni con il pezzo “Grande Sud”, una taranta pizzicata con un testo che racconta l’immigrazione verso il ricco nord Italia dalle terre affamate di pane ma ricche di cultura e tradizioni del grande sud. All’Ariston Bennato fu accompagnato, come sempre accade, da musicisti africani e pochi fra il pubblico riuscirono a star fermi sulle poltrone. Scommettiamo tutti sul fatto che la stessa emozione e la stessa carica Eugenio Bennato la saprà regalare agli spettatori dell’Agerola World Music festival.
CICCIO MEROLLA - Song' 'e Napule

domenica 19 luglio 2009 – piazza Paolo Capasso
RIONE JUNNO - Taranta beat project

domenica 19 luglio 2009 – piazza Paolo Capasso
MARTINICCA BOISON -Il nuovo folk: quello elegante

sabato 18 luglio 2009 ore 21.30 – piazza Paolo Capasso La prima fatica del “settetto” fiorentino, assistito dalla frizzante Materiali Sonori, “per non parlare della strega”, aveva positivamente colpito pubblico e critica. Col secondo episodio, “Sovrapensieri”, i nostri hanno trovato la definitiva affermazione per le loro divertenti e trascinanti canzoni “folk eleganti”, vere poesie in musica. Questo nuovo disco, poi, è stato registrato fra Firenze e Roma, con la produzione artistica di Erriquez Greppi della Bandabardò. Ormai sono uno fra i gruppi più celebrati del panorama folk rock nazionale, il medesimo singolo “Sovrapensieri” è fra i pezzi più programmati nell’ultima stagione di Caterpillar su Radio 2; liriche che attraversano un’esistenza lieve e caleidoscopica, fra festival fricchettoni in Bosnia, serate al glorioso auditorium Flog di Firenze e “30 modi per lasciare il segno” sui nostri giorni. Canzoni d’altri tempi per la seconda serata dell’Agerola World Music Festival 2009
lunedì 6 luglio 2009
KRIKKA REGGAE - 'Na soluzion... pe' sti guagliun'

CULPABLE - Se non ci sei io piango

Gruppo Folk "Città di Agerola"
È ormai un must dell’Agerola World Music Festival, quella dell’esibizione aperta e fluida del Gruppo Folk di Agerola, allegra combriccola impegnata in una lodevole opera di recupero degli strumenti musicali “street style”; il “ticcheballacche”, “a’ caccavella”, “a’ rancascia”, “ o’ tammurro”, “o’ serra serra”, “o’ buchedibu alias o’ putipù”. L’impatto scenico è davvero notevole, così come il repertorio, che va dai classici napoletani ai successi della musica pop in chiave “stradaiola”.
Agerola World Music Festival '09
L'Agerola World Music Festival è inserito fra le manifestazioni “Estate a Napoli” e rientra fra i 6 Viaggi in Campania ideati dall’Assessorato al Turismo della Regione Campania e vuole essere sempre più un punto di riferimento sia per le sue bellezze naturali che per il suo patrimonio culturale.
L'apertura è prevista per giovedì 16 luglio con la “Paranza dei Monti Lattari” e le sue danze tipiche nella Piazza Paolo Capasso che, grazie al recente restauro è ritornata a splendere. Dopo la volteggiante apertura c'è l'imbarazzo della scelta tra le tante manifestazioni: le escursioni tra i boschi, i borghi e il suggestivo Sentiero degli Dei saranno un punto di vista unico per apprezzare le bellezze naturalistiche, con le visite guidate apprezzeremo la vita del borgo.
Si danza ancora il 17 con una miscellanea di più gruppi che animeranno il palco e la piazza, prima il Gruppo Folk di Agerola, con la sua opera di recupero di strumenti musicali “street style” e dopo la Contrabbanda del maestro Luciano Russo, ensemble napoletana con un repertorio riarrangiato in chiave orchestrale che comprende sia i classici della canzone napoletana che il pop da classifica, passando per il sirtaki e la canzone di protesta. Si entra nel vivo sabato 18 con un palco incandescente: ad aprire la serata il gradito ritorno dei parmensi Culpable, un gruppo ska/reggae con una missione, divertire per divertirsi. A seguire, direttamente da Firenze i Martinicca Boison sostenuti dalla prestigiosa etichetta Materiali Sonori per la quale la folk band ha realizzato due dischi. Sostenuta dal mitico Erriquez Greppi della Bandabardò, la band fiorentina è una delle più interessanti formazioni del suo genere.
Chiudono la serata i lucani Krikka Reggae, una originale miscellanea di dialetto del sud unita ai ritmi in levare della Giamaica. In rima temi universali di sempre come l’amore, la pace, il rispetto dell’uomo e della madre terra. I Krikka Reggae sono prodotti dalla scuderia di Roy Paci, e con l'etichetta Etnagigante portano le loro liriche in tutta Italia.
Domenica 19 luglio, la serata conclusiva del festival, toccherà ai giovani foggiani Rione Junno aprire la serata. Un gruppo di sei ragazzi già rodati ed unanimemente riconosciuti dalla critica musicale come interpreti e divulgatori delle tecniche musicali derivanti dallo straordinario stile garganico. Il percorso dei Rione Junno è arricchito dall'esperienza fatta nel “Taranta Power”, il movimento fondato da Eugenio Bennato. Taranta beat project (Rai Trade/Cni 2008 ) è il frutto del lavoro del gruppo.
Da Foggia si arriva a Napoli con Ciccio Merolla, percussionista eccellente che abbiamo conosciuto per le collaborazioni con Enzo Gragnananiello e James Senese, ed ora con “Kokoro”, suo ultimo e fortunato lavoro. Il dialetto napoletano, ritmi tribali e rime taglienti creano molteplici sensazioni date dai mondi che è capace di evocare.
Con Eugenio Bennato chiude in grande stile la terza edizione dell'Agerola World Music Festival 2009, l’artista che ha riscoperto e rispolverato le tradizioni folk e popolari radicate nel meridione d’Italia, miscelandole con i suoni e le voci del mediterraneo, passando dalla chitarra battente ai virtuosismi vocali dell’Africa subsahariana.
Travolgente è stato il suo ritorno a Sanremo dopo 17 anni con il brano “Grande Sud”, una taranta pizzicata che racconta dell’immigrazione, delle terre affamate di pane, ma ricche di cultura e tradizioni del grande sud.
domenica 5 luglio 2009
17 e 18 Luglio 2009
IL BORGO DEL PANE
i saperi e i sapori della tradizione
itinerario gastronomico e culturale
per conoscere la cucina tipica e i piatti della tradizione agerolese
nel centro storico di Bomerano sarà proposto un suggestivo
itinerario alla riscoperta degli antichi mestieri e delle tradizioni
gastronomiche e culturali di Agerola
menù
caponata
penne all’ortolana
pizza integrale paesana
bocconcino di fior di latte
salsiccia ai ferri
patate al forno
pane integrale
dolce della tradizione paesana
digestivo
vino